venerdì 21 ottobre 2011

_ventuno




"e le stelle sono spente.
 e la luce delle scale,
 niente ora da pensare"


continuo ad avere seri dubbi sulla mia integrità affettiva ed anche morale.
e sono 2 le notti che passo stravolto da sogni ambigui.

e come trovarsi avvolto nel cellofan da diversi giorni e non ricordarsi bene i numerosi motivi dei tanti perché che abitano nella testa...e urlano e confondo.

oggi non ho voglia di lavorare.
oggi non mi sento cosciente, per affrontare le parole e gli sguardi delle persone.

oggi sono così.

per chi leggesse da qualche giorno le mie parole, l'idea sarebbe di aver a che fare con un tipo "borde-line"  ......visibilmente disturbato da disturbi accesi all'improvviso come luci in una festa patronale.

sto macinando diverse domande nella mia testa,
le sto frullando meticolosamente 
e la ricetta porta risposte: zero


ma perché mai sono così.....
e perché mai sono così bravo a incasinarmi la vita.

perché mai.

non ho rispetto per chi abita nel mio mondo.
non ho pregiudizi reali,
preconcetti astrali,
non ho la coscienza a posto,

non ho la facoltà di pretendere,
egoisticamente parlando sono molto bravo a camminare sul filo.

un filo illogico.

sono da studiare,
da esaminare,

da mettere sotto esame.

perché tutto ciò non è normale.

ad un soffio dalla forte bora degli eventi,

sono sul ciglio di una strada, vestito di niente..

ad osservare solo il presente.



e vorrei che fossero già le ventuno,

per mandare tutti a fare in culo.





(per chi volesse ascoltare qualcosa di interessante
consiglio "Sven-g-englar" dei Sigur Ròs)








4 commenti:

  1. Sia quel che sia, ma credo dovresti smettere di giudicarti. Potrebbero essere mille le ragioni che ti spingono ad incasinarti l'esistenza, da ricercare nella tua infanzia, adolescenza, famiglia, cose che non posso indovinare, da qui. Ma io credo tu sia innanzi tutto una persona fragile. Stai cambiando, mutando pelle, e non sai chi ci sarà sotto. Ma pensi di sapere cosa si aspettano gli altri, cosa si aspetta chi ancora non c'è. Un padre. Pensi che si aspettino che tu, come un moderno superman, estragga una muta da supereroe e, senza sforzo, ti trasformi nel padre perfetto, nel compagno perfetto.

    Con calma. Scindiamo la cosa.

    1) LE ASPETTATIVE DEGLI ALTRI: A volte sono "ragionevoli", altre volte sono fantasie, proiezioni di come le persone ci vorrebbero conformi a ciò che piace a loro e all'idea che hanno di noi, al ruolo in cui ci dobbiamo calare ecc. Lo so che pesano, a maggior ragione quando vengono da persone che ami quanto la tua stessa vita, ma tu, TU SINGOLO INDIVIDUO, tu solo sai realmente chi sei. Sai che amerai quella creatura più della tua vita, sai che farai l'impossibile per metterla nelle condizioni di crescere il più serenamente possibile. Se ciò che farai non sarà abbastanza secondo qualcuno, questo è un punto di vista come un altro che non deve convincerti che non sei una brava persona. Il modo per convivere con le aspettative degli altri non è assecondarle, ma provare a capirle, vedere se hanno a che fare con noi piuttosto che con loro. Spesso le persone si aspettano da noi cose che, egoisticamente, vorrebbero per se stesse, non cose che, obietivamente ci renderebbero persone migliori, solamente cose che ci renderebbero più vicine a ciò che loro ritengono migliore. Tu devi trovare il modo di comunicare, di lasciar uscire parte del flusso che riversi qui, al di fuori, farlo arrivare al cuore di chi si aspetta che tu sia in un certo modo. Ti dirò, se mi assomigli un minimo, tante delle pressioni che senti non sono realmente imposte dagli altri, ma da te. Mi spiego meglio, e parlo in prima persona per semplicità. Io, ho avuto problemi con le aspettative,da sempre. Non mi piacciono, mi fanno sentire sbagliata, stretta. Poi, un giorno, ho capito che tanto di questo era nella mia testa, ovvero che le aspettative che pensavo le persone nutrissero su di me, non erano reali, ero io a pensare che si aspettassero determinate cose, io ad aspettarmi da me stessa di essere conforme alle aspettative che intuivo gli altri riversassero su di me. Uscita da questo trip, la mia vita è cambiata. Ora, so che io sono io, e faccio il possibile per essere la versione migliore di me stessa, ma sono consapevole che questa puà non combaciare con le (reali o ipotetiche) aspettative degli altri, e va bene così, perchè è così che sono, così che funzioniamo.

    ***divido il commento in due, ho troppo da dire***

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  2. 2)TU: in questo momento, sei davvero il tuo peggior nemico. Pensi di dover essere pronto, di dover raggiungere l'equilibrio in 21 giorni, pensi che probabilmente non sarai abbastanza. Sei tu il primo a nutrire aspettative deformate nei confronti di te stesso. Ti guardi nello specchio, e invece del tuo riflesso c'è quel coniglio spaventoso che ti sussurra che non ce la farai, che sei un casino ambulante e incasinerai tutto. Quel coniglio è la tua parte oscura. Ognuno di noi ne possiede uno. In momenti di grande crisi, di cambiamento, la prepotenza con cui si manifesta è annichilente. Ma sono le tue paure più ancestrali che cercano di convincerti che non ce la puoi fare. In realtà, il solo fatto che tu sia lì, sull'orlo di te stesso, ad arrovellarti su quanto vali, mi dice con certezza che sarai un bravo padre. Le persone che si lasciano prendere dal dubbio, mettere in discussione, che si chiedono e si domandano cose che non hanno risposta, sono quelle che hanno una sensibilità così acuta, da rendermi certa di quello che dico.

    Qualche tempo fa, mio padre ha detto a mia madre di essersi reso conto solo qualche anno fa di avere due figli. Lui è una persona estremamente intelligente, assente, acuta, sconosciuta. Ma gli manca quella sensibilità che ti mette in condizione di guardarti dentro, di sentirti inadeguato, di porti delle domande. Ho un sacco di bei ricordi con lui, in realtà, ma se non ci fosse stata mia madre, non so dove avrei sbattuto la testa in certi momenti. E non perchè non sia una buona persona, piuttosto perchè, semplicemente, non ha la sensibilità necessaria a mettersi in discussione. Nel suo intimo, forse, lo fa, ma io credo di poter dire con certezza che lui, i tuoi dubbi non li ha mai avuti; è uno che ha attraversato la vita senza troppi pensieri, consapevole del fatto che c'erano altre persone a pensare a noi figli, a lui, e che quindi andava bene anche così.

    Nonostante ciò, di lui, non ho l'idea di un cattivo padre. Quando ti accorgi che anche i genitori sono persone, ridimensioni un sacco di cose. Il solo fatto che mio padre sia, prima di ogni cosa, un essere umano, fa ammenda per tutti i difetti, gli errori, le mancanze. E' riuscito comunque a trasmettermi tante cose, come l'amore per la vita, per la cultura, il senso del rispetto, cose che, a volte, mi ha insegnato facendo il contrario, per sua natura, ma che comunque hanno contribuito, per negazione, a farmi diventare quella che sono. Come lui, che si distrae, non ascolta o non vuole sentire, mi ha insegnato l'importanza dell'ascolto degli altri; mia madre mi ha insegnato ad ascoltare me stessa, invece.

    ***facciamo anche tre***

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  3. E poi, la sai una cosa? Ciò che è importante, è che tu ti prenda cura di te stesso. Non in senso meramente egoistico e primario, ma nell'accezione più profonda. Prenditi cura della tua anima, oltre che di tu* figli* e della tua compagna, ricordati di tendere alla felicità. L'esempio migliore che puoi dare a tu* figli* è quello di fare ciò che senti intimamente giusto, ciò che ti fa stare meglio. Si parla tanto di quanto i genitori dovrebbero essere presenti. Ma la presenza, quella importante, non è fisica. E' molto meglio crescere sapendo che, a volte, i genitori non ci sono perchè stanno facendo qualcosa in cui credono, qualcosa che piace loro, qualcosa che amano, piuttosto che crescere con genitori onnipresenti ma infelici.

    Perciò non aver paura, prendi qualcuna di queste cose che hai vomitato qui e lasciala uscire piano. Parla con la madre di tu* figli* di come ti senti, dimenticati della morale e delle aspettative, che sono solo sovrastrutture che offuscano la vista e il cuore, lasciati uscire per quello che sei, non fa niente se hai paura, se ti mostri vulnerabile, in crisi. Stai per diventare padre, non potresti che sentirti in questo modo, ed è commovente che tu ti renda conto della grandezza immane della vita, per cui non siamo mai pronti. Andrà tutto bene, fidati di questa sconosciuta. Mangia, fai ciò che ti fa stare bene, è il miglior modo per prepararti a questo cataclisma che ti sconvolgerà la vita tra una manciata di giorni.

    Scusa la lunghezza, ti ci devi abituare mi sa cisto che ho dei problemi ad essere sintetica.

    Ti abbraccio

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  4. ti abbraccio anch'io.
    vorrei dirti almeno la metà di ciò che splendidamente mi hai detto.

    mi limito a regalarti il mio "raro" silenzio.
    e a dirti la parola più scontata del mondo:

    grazie.

    AngS.

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che dire......